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mercoledì 30 dicembre 2020

LA BELLEZZA SALVERA' IL MONDO? (FORMULA N. 56)

 


LA BELLEZZA SALVERA' IL MONDO?

L’impegnativo 2020 sta per finire e con esso anche il racconto di Netzach, ambientato nel mondo della “formazione”, pieno di personaggi vigorosi e di particolare fascino, nei quali forse ci siamo identificati, che ci hanno insegnato cosa sia la vera
BELLEZZA.
Gli interpreti dell'ultimo capitolo, che dura dal 27 al 31 dicembre, sono avvolti dalle energie di

PHUWIY’EL

La lettera PHÈ פ significa bocca e si collega ad ogni forma di comunicazione e persuasione. La bocca inoltre è anche il primo organo dell’apparato digerente e quando la digestione è ottimale, giova su tutte le funzioni dell’organismo.

Un’altra sua particolarità è che corrisponde al terzo chakra quello del plesso solare, Manipura, dal sanscrito mani che significa "gemma", e pura che significa "città", spesso tradotto come la "città dei gioielli" o “la città della gemma rilucente e detto anche “cervello addominale”.
Questo chakra si occupa proprio dei processi e degli organi preposti alla digestione, proteggendo il sistema nervoso e quello immunitario.

Come riporta lo Sepher Yetzirah, il libro della formazione, il più piccolo e misterioso della Qaballah, la lettera phè è collegata al “governo” e al pianeta Mercurio.
Per “governo” si intende: “Io governo me stesso e non mi faccio influenzare dalle parole degli altri. Io reggo il timone della mia nave”

Mercurio è il pianeta del linguaggio, dell’intelletto, del ragionamento veloce, dell’irrequietezza, del modo di esprimere il nostro pensiero, della strategia, della diffusione e della selezione di informazioni e dell’osservazione distaccata dei fatti.
Nella mitologia greca e romana, Hermes/Mercurio, era l’alato e velocissimo messaggero degli dei che personificava il vento per la sua rapidità nel trasportare ordini e richieste.
La sua abilità era quindi quella di separare e collegare (vav) contemporaneamente l’espressività (phè) e la pratica (yod)

La radice פו phè+vav rappresenta il suono prodotto quando soffiamo ed anche l’uso di un linguaggio eloquente ma pacato
La radice פי phè+yod rappresenta un soffio di maggior carica e un modo di parlare più impattante.
Phuwy’el è come un vento mutevole, a volte dolce e piacevole, altre volte burrascoso e tagliente.
Il vento, quando soffia forte, crea uno scompiglio incontrollabile che disturba e aggrava non solo lo stato delle cose, ma anche il nostro stato d’animo e di salute.
Al contrario, quando è una piacevole brezza, abbiamo la sensazione che tutto circoli liberamente, come se avvenisse una profusione di pensieri aperti e valori collettivi perfettamente allineati.
Ecco che allora il vento diventa una benefica e potente energia comunicativa che si irradia in tutto il mondo spazzando via tutto ciò che è contagioso e inquinante, cambiandone automaticamente la percezione.
Ciò che di più bello si nasconde in Phuwiy’el è la parola
YOFI יופי che significa BELLEZZA, 
una questione di equilibrio dei sensi, realizzabile attraverso un processo dinamico di alternanze spesso sovrapposte ed estreme.

Un equilibrio 
tra quello che siamo 
e quello che possiamo ancora essere e fare.


martedì 22 dicembre 2020

"CANTO DI NATALE- A CHRISTMAS CAROL" (formula n. 55)


“CANTO DI NATALE”
A CHRISTMAS CAROL

La prime tre lettere della formula energetica dominante nei giorni
dal 23 al 27 dicembre
MEBAHI'YAH

le abbiamo già incontrate nel periodo dal 27 al 31 maggio, la differenza sta nel suffisso: 
a maggio "el אל ",  in questi giorni " yah יה". 
Mebahe'el di maggio, nella sfera di Chokmah rappresenta il concetto, Mebahi'yah è il concetto che trionfa.
Mebahi'yah
ci comunica che nel nuovo mondo in cui abbiamo deciso di dimorare nei giorni precedenti (Nytha’el) dobbiamo innanzitutto staccarci dai beni materiali.

Il 24 dicembre 1843 la CBS inglese diffonde per radio per la prima volta il "Canto di Natale" (A Christmas Carol) di Charles Dickens, con la voce narrante di Orson Wells.
Il libro fu pubblicato in edizione di lusso, con rilegatura rigida di velluto rosso a bordi dorati e con illustrazioni colorate ed innovative, e sebbene fosse in libreria da pochi giorni e avesse un costo elevato, ci fu il record di vendite: 6.000 copie.
Nel racconto, Dickens critica aspramente le classi sociali ricche, lo sfruttamento dei minori nelle fabbriche e affronta il tema sociale della povertà che lui stesso visse in prima persona.
Il protagonista, il ricco e avaro Ebenezer Scrooge, disprezza il Natale considerandolo una perdita di tempo perché nella sua vita ciò che conta prima di tutto è il denaro.
Durante la notte della vigilia però, riceve la visita di tre spiriti. 
Lo spirito del passato (mem) lo scuote facendogli rivivere i Natali durante i quali aveva rinunciato a tutti gli affetti, isolandosi per dedicarsi ai suoi profitti.
Lo spirito del presente (beth) gli mostra come la gente intorno a lui stia vivendo pienamente l’atmosfera di Festa.
Lo Spirito del Futuro (hè) gli fa vedere cosa succederà alla morte di un ricco signore, di cui non si sa il nome e che nessuno conosce. Nessuno lo visiterà, nessuno andrà al funerale, l’azienda e la casa saranno vendute.
Alla fine, gli mostra la lapide al cimitero con inciso il suo nome: Ezeber Sgrooge.
Dopo questa terribile esperienza, Scrooge è terrorizzato, e si rende conto di quanta straziante solitudine gli porteranno la sua aridità e brama di denaro.
Si accorge (hè) di quanto la sua interiorità/spiritualità (beth) sia gelida e la mattina di Natale si risveglia come una nuova persona (mem) imparando la gioia della condivisione, della gentilezza e la meraviglia del dare. 
Dickens mostra nella sua opera allegorica un viaggio a ritroso nella coscienza, da cui scaturisce una trasformazione e il recupero della socialità.
Canto in ebraico si dice shyr שיר, e il "Canto di Natale"     è paragonabile alla formula di questi giorni
                            Shin ש      un potente catalizzatore
                            Yod י        che accelera
                            Resh ר      la fuidità dell’ESSENZIALE

 

domenica 20 dicembre 2020

UN NUOVO MONDO (formula n. 54)

 


UN NUOVO MONDO


NIYTHA’EL 
נית אל


Questa formula energetica, presente dal 17 al 22 dicembre, aiuta a metterci in contatto con una nuova realtà, permettendoci di scoprire un nuovo modo di vivere e di fare qualcosa di importante e decisivo, per guadagnarci il proprio posto nel mondo.
Il 18 dicembre 2009 uscì nelle sale cinematografiche il film fantascientifico di James Camerun, "AVATAR".
A mio parere, sono molti i parallelismi tra la formula energetica Niythael, l’idea di James Camerun e il ruolo del protagonista, l’ex marine Jake Sully.
“AVATAR” è una storia che insegna a non perdere la grinta, a vedere dentro noi stessi, sviluppando la poco utilizzata empatia - dal greco “en-pathos” cioè "dentro il sentire" - un meticoloso lavoro che riassorbirebbe ogni conflitto amplificando la comprensione e l’ottimismo, ma che purtroppo l’essere umano sta perdendo progressivamente.
Jake Sully, è membro di una "missione", messa in atto dagli umani, il cui scopo è conquistare la fiducia dei Na'vì, abitanti della luna Pandora, controllarli, sconfiggerli e impossessarsi delle risorse minerarie, utili a risolvere la crisi energetica della Terra.
Jake diventerà la “guida” di un esperimento sviluppato dagli scienziati umani, il Programma Avatar, tramite il quale la sua coscienza verrà collegata ad un corpo organico controllato a distanza (avatar) simile a quello dei Na’vì.
“Avatar” è un termine sanscrito che significa “discendere, arrivare a, essere al posto giusto”.
Nella tradizione induista il dio Vishnu ha 10 avatar e fra questi il più venerato è Krisna, raffigurato con la pelle azzurra, come i Na’vì di Pandora.
L’avatar nell’induismo “scende” sulla terra per ristabilire il bene e la giustizia quando queste sono minacciate dall’uomo stesso.
Nel film di Camerun, anche l’ex-marine Jake inizialmente “scende” su Pandora come membro della “missione” messa in atto dagli umani, per poi rendersi conto di quanto sia crudele.
Sceglie infine, grazie all’amore per una Na’vì, di unirsi a loro e difenderli dall’attacco umano, mettendo in grave crisi lo scopo della missione.
Jake, un “Principato/Sariym”, un nobile combattente costretto su una sedia a rotelle, nel corpo del suo avatar riacquista l’uso delle gambe, vivendo una metamorfosi che lo porterà a lottare per salvare sé stesso e il mondo alieno di Pandora.
Un mondo al di là di ogni immaginazione, dove ogni essere vivente, dalla flora di un indescrivibile bellezza, alla fauna preistorica, ai suoi “abitanti indigeni”, è incredibilmente connesso e stabilisce un legame bio-neuro-chimico che permette di sentire l’uno il corpo dell’altro.
Jake imparerà a volare, ma soprattutto a sentire, ascoltare, vedere e guardare “dentro di sé e dentro tutto il resto” decidendo alla fine che Pandora sarà la sua nuova dimora.
Certo “Avatar” è fantascienza, ma i messaggi che Jake lancia nel film sono concreti, rapiscono e si possono realizzare.
Uno di questi è:
“Una vita finisce, un’altra comincia. 
I Na’vì dicono che si nasce due volte. 
La seconda è quando uno si guadagna 
il suo posto nel mondo per sempre!
...ricorderai a malapena la vita di prima"

martedì 8 dicembre 2020

VERITA' PROFONDE (formula n. 51)

 


VERITA' PROFONDE 

Nel momento in cui non accettiamo più ciò che ci circonda, succede che un diffuso malessere mette a tacere la nostra anima.
Questo clima silenzioso può essere efficace per calmare i conflitti interiori, per amplificare l’ascolto, per porre un freno alle discussioni che stanno prendendo una brutta piega o alla rabbia che spesso ci fa dire cose delle quali ci potremmo pentire.
Quando riusciremo a raggiungere uno stato di profonda calma e solitudine, non sentiremo più il bisogno di difenderci o di attaccare nemici o ostilità, perché saranno i nostri desideri a liberarci da qualsiasi dipendenza e a sollecitarci urgentemente verso la scoperta e la conquista di ciò che per noi vale veramente.
Ma a volte nel silenzio si nasconde l’incapacità e la paura di dire ciò che si sente e se il silenzio è prolungato rischia di diventare una sacca ruminante di pensieri ossessivi, movimenti rallentati, dolori, sensi di colpa, i peggiori nutrimenti per l’anima.
Non chiedere, non rispondere, non affrontare mai sé stessi, è una forma di auto-punizione lacerante che costituisce allo stesso tempo un castigo da infliggere agli altri.
Da qui, la chiusura di ogni tipo di comunicazione, l’incapacità di elaborare e gestire i propri pensieri e la nascita di aggressività, superbia e tossica apatia.
La formula energetica presente dal 3 al 7 dicembre 

HACHASHI'YAH

simboleggia diverse azioni: affrontare, rendere evidente, affrettarsi, ma anche sentire dolore.
La formula letta da sinistra verso destra, cioè shin ש -heth ח – hè ה costituisce la radice di piegarsi, prostrarsi, 
mentre se leggiamo heth ח -shin ש – hè ה 
troviamo la radice di tacere, stare in silenzio. 
E noi quale azione di Hachashi’yah vogliamo perseguire?
Preferiamo affrettarci ed affrontarci, mettendo in conto che potremo sentire un dolore acuto ma transitorio, oppure scegliamo di sottomettere e silenziare le nostre volontà, coscienti che il dolore sarà fievole e lento, ma cronico?
Nel centro di Hachai’yah c’è un’energia molto complessa ma potentissima (anche foneticamente) la heth

un grande serbatoio di VITALITA'
Come sfruttarla al meglio?
Ponendoci domande dolorose e rispondendoci senza mentire con la hè:
“Sono cosciente di quello che dico, che faccio, che penso, 
di come agisco, da dove provengo?
Conosco le MIE motivazioni, i MIEI desideri? (shin)” 
"La mia vita è monotona e meccanica?"
"Sto soffrendo?"

domenica 29 novembre 2020

STONEHENGE (formula n. 50)

 


STONEHENGE

La formula energetica dominante dal 28 novembre al 2 dicembre, che caratterizza maggiormente le persone nate in questi giorni è

DANY’EL

                

La formula inizia con una daleth ד che significa porta, colonna, portale, oltre a esprimere la distribuzione o la suddivisione che proviene dall’abbondanza e dalla generosità.
Daleth, un portale energetico  attraverso il quale è possibile accedere a una nuova dimensione, in cui ci sono molte opportunità da cogliere al volo per effettuare veri cambiamenti.
Qui percepiamo suoni, odori e sapori diversi, ci appaiono nuove immagini da toccare e nuove relazioni, di conseguenza il nostro stato emotivo cambia e ogni etichetta si rivela inutile.
Prendiamo in esame la prima e l’ultima lettera della formula: daleth e lamed
דל daleth+lamed “dal”, in ebraico significa povero, di classe umile.
Siamo disposti ad impoverirci, ad usare umiltà, quindi a rinunciare a qualcosa per costruire una nuova vita ricca di relazioni e intenti più interessanti?
Il momento ideale suggerito da Miyhel (18-22 novembre) continua e ognuno di noi avrà modo di creare la propria STONEHENGE, la famosissima e millenaria struttura architettonica di pietre che formano porte e passaggi, situata in Inghilterra nella contea dello Wiltshire.
Pietra in ebraico si dice “evenn” אֶבֶן (aleph-beth-nun finale).
In questa parola troviamo altre due lettere della formula, nun e aleph
Cosa simboleggia dunque una pietra ?
“Av” אב significa padre, fondatore, mentre Nun (finale) ן è un simbolo di costruzione.
Possiamo dedurre che una pietra rappresenta ciò che da vita ad una costruzione.
Rimane ora la lettera yod, il dito della mano che indica, la visibilità, l’ampiezza di vedute, il mettersi in moto, l’immaginazione, la lungimiranza, il rischio.
Significa anche fare attenzione a cosa ci sta capitando, non bloccare il nostro “motore”, chiederci cosa vogliamo davvero, prendere una decisione, rischiare.
La yod è come un osservatorio astronomico, come è ritenuto STONHENGE, nel quale svolgere le proprie ricerche personali in uno spazio infinito buio e sconosciuto e, in base alle scoperte fatte, decidere se avanzare con coraggio o retrocedere per paura… e molto spesso pensiamo che rifiutare di decidere, sia in fondo una decisione.
Il messaggio che lancia Daniy'el è che l’umiltà è un atteggiamento fertile, capace di creare una solida struttura lungimirante.

«Senza rendersene conto, aveva scoperto una legge importantissima che regola l'agire umano: e cioè che per indurre un uomo o un ragazzo a desiderare qualcosa, basta far sì che quella cosa risulti difficile da ottenere.» 

Dal libro “Le avventure di Tom Sawyer” 
di Mark Twain 
nato il 30 novembre 1835













martedì 24 novembre 2020

L'INIZIO DI NETZACH (formula n.49)

 



L'INIZIO DI NETZACH

Il settimo racconto/sephirà che ci propone la biblioteca dell’albero delle vite si intitola NETZACH נצח , cioè durata, vigore, persistere, ed è collegato alla Bellezza-Costanza.
E’ posizionato in uno degli scaffali della sezione “Formazione”, in ebraico Yetzirah יצירה e i personaggi sono gli Sariym שרים, conosciuti come Principati.
Sono eroi attratti dall’ambizione e dalla bellezza, abili a dare priorità, forma e sostanza ai loro obiettivi per renderli memorabili.
La radice Shin-Resh שר ha diversi significati, uno dei quali è prìncipe, una figura simbolica di eleganza, valore, forza vincente, ma soprattutto capace di far crescere e mantenere in buono stato il suo territorio.
La parola prìncipe deriva da latino “princeps”, prendere il primo posto, il posto più importante.
Netzach rappresenta la forza vincente, la vittoria che otteniamo solo se siamo in grado di perseverare nel NOSTRO intento, spinti dalla volontà di mantenere una perenne bellezza.
Netzach è un racconto tenace, con capitoli di battaglie, sconfitte e scintillanti vittorie, la cui conclusione avviene il 31 dicembre.

La prima formula energetica in vigore dal 23 al 27 novembre dispensata dagli Sariym è

WEHEWU'EL
                                                
combinazione già incontrata nei giorni dal 21 al 26 marzo, differente nel suffisso el/אל, tipico di un’indole più pratica, perfezionista, introversa, schiva e rivoltosa.
Un personaggio famoso nato il 27 novembre 1942 conferma queste caratteristiche: Jimi Hendrix, timido e riservato nella vita privata, sul palcoscenico si trasformava in una furia coinvolgente e sconvolgente creando musicalità uniche con la sua chitarra elettrica, strumento “principe” del rock.
Anche Bruce Lee, nato il 27 novembre del 1940, era spesso rissoso, ma estremamente meticoloso nello studio delle discipline marziali, tanto da fondare un proprio metodo, fonte di ispirazione per le generazioni future e diventare una leggenda
Indimenticabile è il film “Dalla Cina con furore” nel quale Lee interpreta un moderno eroe cavalleresco che combatte contro l’invasore straniero.
Il soprannome di Bruce Lee era “piccolo drago”. Drago in ebraico si dice in molti modi, e uno di questi è sharaf שרף : shin e resh sono le lettere iniziali dei principati/ sariym
Che dire di Carlo Collodi, nato il 24 novembre 1826?
Oltre ad essere l’autore delle intramontabili “Avventure di Pinocchio”, scritte con una forza narrativa che supera i confini delle fiabe, abbracciò in gioventù le idee di Giuseppe Mazzini partecipando alla prima e seconda guerra d’indipendenza, guerre nate per l’unificazione del regno d’Italia.
Collodi inoltre tradusse dall’originale quattro fiabe -Cappuccetto Rosso, Il gatto con gli stivali, La bella dai capelli d’oro, Le fate – e le raccolse in un libro, forse poco noto, intitolato “Principi e Principesse”
Wehewu'el ci insegna che possiamo mostrare e mantenere la nostra bellezza, solo se apriamo il nostro centro, lo coltiviamo superando diversi gradi e apprezziamo i progressi fatti.
L’apertura e la continua crescita è l’unico mezzo per raggiungere l’indipendenza e l’indipendenza colloca il nostro essere al primo posto, quello di un “Prìncipe”.








giovedì 19 novembre 2020

MOMENTO IDEALE (formula n. 48 )

 


MOMENTO IDEALE

Nella formula energetica presente dal 18 al 22 novembre
MIYHEL



si nasconde la radice di "battezzare, immergersi, purificare" מהל/mihal, oltre a due importantissime “preposizioni” consecutive che evidenziano capacità illimitate:
yod+hè יה la formazione
aleph+lamed אל la direzione, l’arrivo, il risultato di un movimento, di un pensiero di un sentimento o desiderio.

La mem iniziale, come abbiamo visto molte altre volte, rappresenta il contenitore del nostro mondo emotivo nel quale immergerci, purificarci ed infine uscire e rendere visibile la nostra inclinazione naturale, una sorta di battesimo.

Miyhel ha la fortuna di donarci molteplici attitudini:  la possibilità di affermarci in tutti i campi, di instaurare dialoghi costruttivi, di coinvolgere, di vedere oltre l’orizzonte.
Il percorso suggestivo ed evolutivo di Miyhel consente una facile comunicazione tra l’emisfero destro della nostra mente e l’emisfero sinistro, favorendo così l’osservazione 
e la risoluzione dei problemi da diverse angolazioni , oltre al piacere di assaporare sensazioni e intraprendere azioni disciplinate ma originali e riformiste.
Vediamo ora dove è posizionata ogni lettera della formula sull’albero delle vita o dei viventi e scopriamo l’interazione di ognuna di esse con le varie sephirot.

La lettera mem מ, che mette in comunicazione Netzach/durata-bellezza con Hod/ Maestà-disciplina/valore/ importanza, dice: “Esci dal tuo guscio protettivo, inizia ad apprezzare, a prestare cura ed attenzione a ciò che fai, a dargli e darti valore”

La yod י comunica con Netzach e Tiphereth/Equilibrio-splendore suggerendo di osservare ancora più attentamente le nostre azioni, valutarle equamente per acquistare più fiducia e credibilità.

La hè ה che collega Chokmah/Sapienza con Kether/Volontà, ci dice quanto sia importante non smettere di sapere e non mettere a tacere la nostra parte istintiva prodotta dall'esperienza. 

La lettera aleph א, al centro dell’albero, mette in relazione Chesed/benevolenza/amore con Gevurah/forza-giustizia: un centro pieno d’amore costruisce, rende forti e giusti.
Il mondo viene costruito sull'amore, l'amore è costruzione.

Infine, la lamed ל che unisce Hod/Maestà a Yesod/desiderio, dimostra che solo studiando e studiandoci possiamo gettare le basi per qualsiasi inizio ed essere liberi di concentrarci sul nostro obiettivo.

Questi sono i giorni ideali per mettere in atto tutte le nostre potenzialità e magari concentrarci sul nostro nome di battesimo, traslitterarlo con le lettere ebraiche ed in base al significato di ognuna di esse provare a descrivere chi siamo. 
E chissà... potremmo scoprire che qualcosa della nostra vita finora vissuta possa esserci sfuggito. 

Abbinando e combinando i significati conosciuti di ogni lettera,  e cercando quelli ignorati, non è detto possa emergere una nuova direzione da intraprendere, ben venga se fuori dai nostri schemi, che mai ci saremmo immaginati!

"Nome" in ebraico si dice "shem שם", un gioco di fuoco 
(ש shin) e acqua (mem finale ם ), desideri e orizzonti.
Alleniamoci in questi giorni ad ampliare le nostre visioni, ad “oliare” la nostra vita.
E a proposito di “oliare”: "olio" in ebraico è shemen שמן, quasi come fosse un proseguimento di "shem/ nome" e volesse suggerirci di:
“Costruire, mettere insieme (nun finale ן) il mio nome” 
oppure 
“desiderare di costruire le mie risorse interne” 
ed ancora 
“il desiderio si amalgama con la costruzione”, 
e anche
“un calore che mi arricchisce”.



mercoledì 11 novembre 2020

EROICI ANTAGONISTI (formula n. 46)

 


EROICI ANTAGONISTI

La formula energetica presente nelle giornate dal 8 al 12 novembre si avvale di diverse funzioni e significati


‘ARIY’EL

 
                                
La sua radice che indica la nudità, uno stato rappresentativo di ciò che è nascosto, intimo e che spesso si collega all’inadeguatezza, all’incrinatura della propria identità, al sentirsi trasparenti e vulnerabili in mezzo agli altri, ma anche al bisogno di SPONTANEITA' 
Anagrammando la formula otteniamo: עיר/‘ir che significa città, villaggio, luogo
A livello energetico/spirituale la città simboleggia un’AMPIEZZA DA ESPLORARE, piena di opportunità, di nuove atmosfere progressiste e migliorative per la nostra vita, mentre il villaggio è qualcosa di più rassicurante che richiama ad un desiderio di vita più rilassata e privata.
Entrambi i luoghi sono simboli di voglia di cambiamento, di evasione, vuoi per il fascino dell’ignoto, per CONTINUARE CON RINNOVATO VIGORE LA VITA , oppure per stanchezza psicologica.

Un altro anagramma della formula è י ע ר ya’ar che significa bosco, foresta, anch’essi rappresentazioni di spazi pieni di meraviglie, paure e ostacoli da attraversare per crescere e DIVENTARE "EROE" non in senso di forza fisica, ma di immaginazione straordinaria e potente vena creativa.
La foresta conduce all’istinto, al recupero dell’essere, ad un’ancestrale evoluzione di cui pochi sono consapevoli; negativamente rappresenta il luogo dello smarrimento e della solitudine che però può diventare un “alleato” protettivo e consolatorio.

Un terzo anagramma è רעיל r’a’yl, velenoso, vietato, quindi qualcosa di altamente dannoso che frammenta la propria anima. Spiritualmente rappresenta una sorta di tossicità emotiva provocata da relazioni o situazioni incompatibili con la nostra essenza che rimandano inevitabilmente ai sensi di colpa.

‘ARYEL ci insegna dunque a continuare a vivere con rinnovato vigore, a diventare “eroe”, a sfidare il proibito in modo da ricomporre la propria identità e riconquistare la spontaneità.








METTIAMOCI ALL'OPERA (formula n. 47)

 




METTIAMOCI ALL'OPERA

Nei giorni dal 13 al 17 novembre, dominano forti energie

‘ASHALIY'AH



cioè: METTIAMOCI ALL’OPERA!!!

Anche questa formula  inizia con una ‘Ayn e questo significa che le nostre energie non sono state liberate completamente, i nostri “mali” interiori non sono totalmente guariti pertanto abbiamo bisogno di un’ulteriore dose di antidoto.
E’ duro ricomporre la nostra anima, ma possiamo farcela, perché al centro della formula abbiamo un’energia incontrata nella stessa posizione in Washariyah (29 agosto-2 settembre, formula n. 32) e che rappresenta
IL FUOCO E IL DESIDERIO: la SHIN. 

La shin purifica come il fuoco e accende il desiderio.
E' dirompente e in grado di abbattere definitivamente ogni barriera. Rapisce l’anima, la rende libera, stravagante e diversa. 
Rappresenta il desiderio di partire, di lasciare tutto e ricominciare, dribblando tutti gli attaccanti che incontra. 
Alla shin non interessa ciò che la società pensa di lei, continua irremovibile il suo cammino in compagnia del suo estro sbalorditivo. 
Questi sono giorni salvifici, ognuno di noi può decidere in assoluta libertà quale strada intraprendere: più è lunga e lontana, più è raggiungibile. 
Paradosso? No, perché in 'Ashaliyah si nasconde una bellissima parola: שעיה /Sh'iiè che significa 
OPPORTUNITA' OCCUPAZIONE
shin ש             il desiderio 
‘ayn ע             risveglia 
Yod+hè יה      il nostro potenziale creativo 

Iniziando a desiderare abbiamo l’opportunità di occuparci a trovare alternative e a mantenere sveglia la nostra mente. 
In questa parola però, direte voi, la lamed non compare. 
Certo, perché la lamed è "volata" già in alto, e dall’alto ci dice: staccati dalle tue abitudini mentali e fisiche e vai su, elevati spiritualmente e allenati ad imparare, a scoprire. Sempre. 
Un esempio è Philippus Aureolus Theophrastu Bombastus von Hohenheim, detto Paracelso, nato il 14 novembre 1493, che si spostò dall’Europa fino ad arrivare in India e in Cina per sviluppare teorie innovative di medicina, alchimia, astrologia, mescolate con una visione spirituale capace di stabilire quale relazione ci fosse tra l’interiorità dell’uomo, le sue esperienze e i suoi disturbi fisici. 
Un altro personaggio “produttore” di eccelsi pensieri ed opere, nonché vescovo e dottore della Chiesa, fu Sant’Agostino, nato il 13 novembre del 354 
Sant’Agostino è inoltre considerato il protettore dei tipografi, dei teologi e invocato contro le malattie degli occhi e delle orecchie (la lettera ‘ayn significa occhio ed è anche collegata ai suoni, ai rumori e quindi all'orecchio). 
In tempi più recenti, un instancabile individuo sempre all'opera, è Martin Scorsese, regista, sceneggiatore e produttore di kolossal cinematografici, nato il 17 novembre 1942. 
Il messaggio “leggero” e rapitore lanciato da Ashaliyah è che da sempre e nonostante tutto...
“Il mondo non si è fermato mai un momento” 
capolavoro musicale di Jimmy Fontana nato il 13 novembre 1934, splendidamente arrangiato da Ennio Morricone nato il 10 novembre 1928, "pervaso" dalle precedenti energie di ‘Ariyel.