VERITA' PROFONDE
Nel momento in cui non accettiamo più ciò che ci circonda, succede che un diffuso malessere mette a tacere la nostra anima.
Questo clima silenzioso può essere efficace per calmare i conflitti interiori, per amplificare l’ascolto, per porre un freno alle discussioni che stanno prendendo una brutta piega o alla rabbia che spesso ci fa dire cose delle quali ci potremmo pentire.
Quando riusciremo a raggiungere uno stato di profonda calma e solitudine, non sentiremo più il bisogno di difenderci o di attaccare nemici o ostilità, perché saranno i nostri desideri a liberarci da qualsiasi dipendenza e a sollecitarci urgentemente verso la scoperta e la conquista di ciò che per noi vale veramente.
Ma a volte nel silenzio si nasconde l’incapacità e la paura di dire ciò che si sente e se il silenzio è prolungato rischia di diventare una sacca ruminante di pensieri ossessivi, movimenti rallentati, dolori, sensi di colpa, i peggiori nutrimenti per l’anima.
Non chiedere, non rispondere, non affrontare mai sé stessi, è una forma di auto-punizione lacerante che costituisce allo stesso tempo un castigo da infliggere agli altri.
Da qui, la chiusura di ogni tipo di comunicazione, l’incapacità di elaborare e gestire i propri pensieri e la nascita di aggressività, superbia e tossica apatia.
La formula energetica presente dal 3 al 7 dicembre
HACHASHI'YAH
La formula letta da sinistra verso destra, cioè shin ש -heth ח – hè ה costituisce la radice di piegarsi, prostrarsi,
mentre se leggiamo heth ח -shin ש – hè ה
troviamo la radice di tacere, stare in silenzio.
E noi quale azione di Hachashi’yah vogliamo perseguire? Preferiamo affrettarci ed affrontarci, mettendo in conto che potremo sentire un dolore acuto ma transitorio, oppure scegliamo di sottomettere e silenziare le nostre volontà, coscienti che il dolore sarà fievole e lento, ma cronico?
Nel centro di Hachai’yah c’è un’energia molto complessa ma potentissima (anche foneticamente) la heth
un grande serbatoio di VITALITA'
Come sfruttarla al meglio?
Ponendoci domande dolorose e rispondendoci senza mentire con la hè:
“Sono cosciente di quello che dico, che faccio, che penso,
di come agisco, da dove provengo?
Conosco le MIE motivazioni, i MIEI desideri? (shin)”
"La mia vita è monotona e meccanica?"
"Sto soffrendo?"
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