RESPIRARE
Nessun luogo e nulla sono per sempre.
Nel momento in cui percepiamo che le nostre energie si stanno spostando emotivamente altrove o che qualcuno inizia a distruggere l’ambiente emotivo in cui viviamo, è utile cercare un nuovo “luogo” carico di vitalità.
Le situazioni sfidanti, incontrollabili e poco chiare logorano ed inaridiscono sensazioni e sentimenti rallentando i movimenti del nostro corpo, e come in una moviola, dove ogni scatto sembra estenuante e vano, la meta prefissata pare quasi irraggiungibile.
La formula energetica dal 29 ottobre al 2 novembre
YELAHI'YAH
inizia con una yod, l’azione, la visibilità, il dito che indica e che afferma con precisione ” io vedo quella cosa, voglio andare là, mi espongo, rischio”
La lamed che segue è pari ad uno slancio acrobatico perché il suo scopo è “andare oltre”, con coraggio, verso correnti più celate.
A volte tradisce una calma apparente, altre volte emana un’energia aggrovigliante e disordinata, comportandosi come l’ago di un sismografo che si impenna e discende, a seconda delle vibrazioni telluriche.
Questo connubio di strategie ben studiate con la yod e poi esaltate con la lamed hanno bisogno di un’energia moderatrice che fornisca un po’ di respiro ad entrambe: la hè.
La hè accoglie e dice: “Eccomi a voi. Ora tu yod esponi le tue ragioni più critiche e razionali e tu lamed le tue ragioni più “bohemien”. Io non mi schiererò né da una parte né dall’altra, vi ascolterò, poi farò in modo che troviate un accordo confacente”.
La radice ebraica di respirare è נפש nefesh (nun-phè-shin), termine anche usato per indicare l’anima.
La formula energetica di questi giorni appartiene ad una natura combattente, di virtuoso fervore (yod+lamed) e bilanciamento (hè), ma se mal utilizzata tende ad esagerare.
Nella lettera ה (hè) infatti si nascondo paure e forti emozioni che, se non manifestate o soppesate, amplificano o limitano tutto il nostro essere, trasformando sentimenti comprensibili come rabbia e paura, in odio e terrore.
La radice ebraica di odio è saneh שנא (shin-nun-alef)
Shin ש una scintilla
Nun נ che accresce
Alef א in egemonia
La radice ebraica che esprime il terrore è פחד pechad.
Leggiamola al contrario per meglio comprendere
Daleth ד Una porta
Heth ח chiude in un recinto
Phè פ tutti i miei sensi
E’ interessante notare che le parole “respiro e odio, cioè nefesh e saneh” condividano le lettere shin e nun e che la lettera phè, con la quale tra l’altro inizia la parola phekhad/terrore, si trovi al centro del termine "nefesh/respiro" come fosse lì per “governare” due elementi così opposti, ma a ben pensare molto collegati.
YELAHIYAH ci insegna ad avviare un programma critico e ragionato (yod) che sappia andare oltre (lamed) e manifesti il nostro essere (hè) accendendo una scintilla (shin) capace di sviluppare (nun) un enorme potenziale che miri all’unità (aleph) e che ci renda padroni dei nostri sensi (phè) e non schiavi (heth), affinchè possiamo spalancare una porta (daleth) per raggiungere un nuovo luogo in cui finalmente RESPIRARE
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