GUERRA E PACE
LEHEHIYAH
Formula energetica presente dal 8 al 13 settembre
Premessa: il post è un po’ lungo ma, la formula che “aleggia” in questi particolari giorni è utilissima per iniziare a porci domande che ci portano ad uno stato di intesa.Da che esiste l’essere umano, sembra che la guerra serva per distruggere il “male” e che la pace sia un derivato della guerra per costruire il “bene”.
Detto così sembra che l’una non escluda l’altra, come se la guerra fosse l’unico mezzo per creare la pace.
Eppure, questa paradossale follia pare essere proprio indistruttibile, quasi indivisibile.
Ma esistono veramente elementi indivisibili e indistruttibili in questa complessa antitesi?
Cercherò di dare la mia interpretazione nel modo più semplice, analizzando le lettere ebraiche che formano le parole guerra e pace.
(mem-lamed-heth-mem-hè)
PACE si dice shalom ש ל ם
(shin-lamed-mem finale chiusa )
Guerra inizia con una mem מ energia che al principio di una parola rappresenta il mezzo interiore di una singola unità per arrivare a qualcosa, e come l’acqua fluisce incessantemente amalgamandosi con altri elementi e trasformandosi in qualsiasi cosa: un ruscello limpido e tranquillo può diventare un fiume in piena che spazza via tutto ciò che incontra lungo il percorso, inquinando l’ambiente e l’uomo stesso.
Guerra finisce con una hè ה energia collegata alla coscienza dell'essere, al respiro vitale, (aria).
La hè riduce o amplifica il significato delle lettere precedenti, trasformando la parola in qualcosa di superlativo ed estremo.
Infatti le prime tre lettere della parola, mem+lamed+heth, מלח costituiscono la radice di lacerarsi, polverizzarsi.
In breve, l’aria (hè) asciuga l’acqua (mem) rendendo tutto sterile.
Possiamo dire che la guerra è come un fiume interiore in piena che travolge e affonda il proprio essere.
Pace inizia con una shin ש, energia ardimentosa, desiderosa, che addenta la vita.
La shin è collegata al fuoco, anch’esso trasformatore, ma anche distruttivo.
Pace finisce con una mem ם , e quando la mem si trova alla fine di una parola, oltre che a cambiare forma, trasforma un’azione interiore singola in un’azione generale collettiva, mantenendo comunque le caratteristiche dell’elemento acqua.
Possiamo dire che solo una grande quantità di acqua è in grado di spegnere il fuoco.
La guerra perciò si riferisce ad un’azione interiore individuale, mentre la pace ad un’azione generale collettiva.
Ciò che accomuna le due parole (vedi sopra) sono due energie: mem e lamed, la cui posizione invertita stravolge la loro azione energetica provocando un forte antagonismo.
Nella parola guerra l’interiorità individuale (Mem) si eleva senza limiti (lamed) trasformandosi in egoismo, ancor più amplificato dalla hè finale.
Nella parola pace l’elevazione spirituale di un singolo individuo (lamed) diventa spirito collettivo (mem) altruista, pieno di vitalità e desideri (shin)
Questa prefazione non insegna nulla di nuovo ed eclatante, ma forse può essere d’aiuto per capire meglio perché guerra e pace sono da sempre e saranno per sempre due stati inseparabili.
Tutto ciò, vi chiederete, cosa c’entra con le energie presenti dal 8 al 13 settembre?
In questa formula energetica sono presenti tre lettere che compongono la parola guerra, ma se queste energie vengono ben utilizzate possono trasformarsi in pace solo se TUTTI mettiamo in atto una presa di coscienza.
La lamed ל iniziale è simbolo di espansione, di sviluppo in differenti direzioni, di studio e ricerca, di altruismo e libertà.
La zona buia della lamed è incatenamento, schiavitù, servilismo, indifferenza, egoismo, sempre senza limite.
La heth ח finale rappresenta la vita, l’impegno, lo sforzo, la legge.
Il lato ombra sono la prigionia e la paura.
Per equilibrare queste due forze deve attuarsi una presa di coscienza tramite la hè ה
In breve, l’aria (hè) asciuga l’acqua (mem) rendendo tutto sterile.
Possiamo dire che la guerra è come un fiume interiore in piena che travolge e affonda il proprio essere.
Pace inizia con una shin ש, energia ardimentosa, desiderosa, che addenta la vita.
La shin è collegata al fuoco, anch’esso trasformatore, ma anche distruttivo.
Pace finisce con una mem ם , e quando la mem si trova alla fine di una parola, oltre che a cambiare forma, trasforma un’azione interiore singola in un’azione generale collettiva, mantenendo comunque le caratteristiche dell’elemento acqua.
Possiamo dire che solo una grande quantità di acqua è in grado di spegnere il fuoco.
La guerra perciò si riferisce ad un’azione interiore individuale, mentre la pace ad un’azione generale collettiva.
Ciò che accomuna le due parole (vedi sopra) sono due energie: mem e lamed, la cui posizione invertita stravolge la loro azione energetica provocando un forte antagonismo.
Nella parola guerra l’interiorità individuale (Mem) si eleva senza limiti (lamed) trasformandosi in egoismo, ancor più amplificato dalla hè finale.
Nella parola pace l’elevazione spirituale di un singolo individuo (lamed) diventa spirito collettivo (mem) altruista, pieno di vitalità e desideri (shin)
Questa prefazione non insegna nulla di nuovo ed eclatante, ma forse può essere d’aiuto per capire meglio perché guerra e pace sono da sempre e saranno per sempre due stati inseparabili.
Tutto ciò, vi chiederete, cosa c’entra con le energie presenti dal 8 al 13 settembre?
In questa formula energetica sono presenti tre lettere che compongono la parola guerra, ma se queste energie vengono ben utilizzate possono trasformarsi in pace solo se TUTTI mettiamo in atto una presa di coscienza.
La lamed ל iniziale è simbolo di espansione, di sviluppo in differenti direzioni, di studio e ricerca, di altruismo e libertà.
La zona buia della lamed è incatenamento, schiavitù, servilismo, indifferenza, egoismo, sempre senza limite.
La heth ח finale rappresenta la vita, l’impegno, lo sforzo, la legge.
Il lato ombra sono la prigionia e la paura.
Per equilibrare queste due forze deve attuarsi una presa di coscienza tramite la hè ה
Lehehiyah è un appello alla pace
in questo periodo buio,
per evitare indifferenza e incomprensioni
tremende come la guerra.
"Quanto maggiore appare la necessità
tanto minore appare la libertà. E viceversa."
"Non vi è fetore al quale l'olfatto non finisca per abituarsi,
non vi è rumore al quale l'udito non possa assuefarsi
né mostruosità che l'uomo non abbia imparato
a considerare con indifferenza"
cit. Lev Tolstoj nato il 9 settembre 1828
Molto interessante
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