IL BRUTTO ANATROCCOLO
Abbiamo compiuto il passo decisivo.
Questo non significa che tutte le nostre esperienze si siano concluse, perché le energie continueranno a fluire, ad avvolgerci, a stimolarci, a spingerci in avanti.
Anche in natura, ogni anno avviene questo ciclo continuo, esattamente il 21 marzo, giorno dell’equinozio, quando finisce l’inverno e nello stesso tempo inizia la primavera, stagione in cui la natura rinasce, sfruttando e rinnovando sempre le energie primordiali.
La primavera dà una scossa a quello che è già la natura, e la natura non rinuncia a rinnovarsi e a mostrare tutti i suoi colori.
Questo non significa che tutte le nostre esperienze si siano concluse, perché le energie continueranno a fluire, ad avvolgerci, a stimolarci, a spingerci in avanti.
Anche in natura, ogni anno avviene questo ciclo continuo, esattamente il 21 marzo, giorno dell’equinozio, quando finisce l’inverno e nello stesso tempo inizia la primavera, stagione in cui la natura rinasce, sfruttando e rinnovando sempre le energie primordiali.
La primavera dà una scossa a quello che è già la natura, e la natura non rinuncia a rinnovarsi e a mostrare tutti i suoi colori.
Le energie presenti
da oggi 16 marzo fino al 21 marzo
sono
MUWUMI'YAHProvoca forti sensazioni, che a volte spaventano, perché incitano a guardarsi dentro.
E’ un misto di forza e paura, un profondo sentire per ritrovare un equilibrio delle “convergenze” presenti in ognuno di noi, amate e odiate allo stesso modo.
E’ una ricerca seria e disorientante, che può renderci vulnerabili e farci sentire piccoli, oppure può farci aprire gli occhi su tante cose di cui non c’eravamo mai accorti, ma che sono sempre state parte di noi.
E’ riscoprire la nostra vera natura, analizzare i nostri automatismi, e renderci conto che vivere passivamente, è come tradire noi stessi, perché assumiamo una forma che non è nostra.
Essere quello che vogliono gli altri, ci porta ad assumere comportamenti goffi e inefficienti, oltre a farci sentire esclusi e frastornati.
C’è una bella favola di Christian Andersen che mette in risalto questo meccanismo fragile e silenzioso :
Non resistette all’impulso di entrare nell’acqua e qui si accorse di poter volare; inoltre specchiandosi vide di avere un aspetto diverso: era un bellissimo cigno.
Non si era trasformato, era cresciuto e diventato consapevole della sua totalità e dei suoi talenti; aveva trovato e compreso la sua parte sconosciuta in un luogo completamente diverso da quello in cui era nato e vissuto per molto tempo.
Le sue due metà si erano congiunte e la sua anima era rinata come nuova.
E’ una ricerca seria e disorientante, che può renderci vulnerabili e farci sentire piccoli, oppure può farci aprire gli occhi su tante cose di cui non c’eravamo mai accorti, ma che sono sempre state parte di noi.
E’ riscoprire la nostra vera natura, analizzare i nostri automatismi, e renderci conto che vivere passivamente, è come tradire noi stessi, perché assumiamo una forma che non è nostra.
Essere quello che vogliono gli altri, ci porta ad assumere comportamenti goffi e inefficienti, oltre a farci sentire esclusi e frastornati.
C’è una bella favola di Christian Andersen che mette in risalto questo meccanismo fragile e silenzioso :
“IL BRUTTO ANATROCCOLO”.
L’anatroccolo non era brutto e difettoso, semplicemente non era un anatroccolo, e lui non lo sapeva.
Solo quando decise di scappare dallo stagno, perché esasperato dalle critiche e dagli insulti degli altri anatroccoli, dopo tanto vagare e momenti di sconforto, trovò in un altro laghetto animali simili a lui che non gli lanciavano sguardi sprezzanti.Non resistette all’impulso di entrare nell’acqua e qui si accorse di poter volare; inoltre specchiandosi vide di avere un aspetto diverso: era un bellissimo cigno.
Non si era trasformato, era cresciuto e diventato consapevole della sua totalità e dei suoi talenti; aveva trovato e compreso la sua parte sconosciuta in un luogo completamente diverso da quello in cui era nato e vissuto per molto tempo.
Le sue due metà si erano congiunte e la sua anima era rinata come nuova.
A volte si va via per riflettere, a volte perché si è riflettuto.
(Alda Merini 21 marzo 1931)
La mia paura è che a vedere me come sono,
potrei rimanere deluso".
(Luigi Tenco 21 marzo 1938)
Occhi che sanno cercare anche quello che non c’è,
e ci fanno confessare tutto quello che vorremmo avere.
(Pino Daniele 19 marzo 1955)
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